Descrizione
Comandante di un battaglione dislocato in regione desertica, rimaneva volontariamente presso una compagnia impegnata in urgenti lavori di difesa in una zona priva di reparti e soggetta a continue offese. Nella prima fase di una violenta battaglia essendo la compagnia minacciata da forze terrestri e mitragliata dall’alto, si recava spontaneamente nei punti più battuti per condividere con i suoi soldati i rischi e soccorrere i feriti e per portare ad ogni costo a compimento i lavori, che avevano assunto carattere di arresto. Mitragliato da un apparecchio nemico, pur gravemente ferito persisteva nel generoso tentativo di raggiungere il più esposto fra i suoi reparti. Ferito una seconda volta, non desisteva dal suo proposito e, conscio della probabile fine impartiva disposizioni per l’ultimazione dei lavori. Mentre incitava i suoi soldati a compiere il loro dovere, colpito a morte da una nuova scarica esalava l’ultimo respiro trovando la forza di gridare “Viva l’Italia”.
Capuzzo (A.S.), 9 dicembre 1940