La necessità dei Simboli

Articolo dedicato al centenario del MOVM e alla visita del presidente della Repubblica, pubblicato sul mensile istituzionale dell'Arma dei Carabinieri, nel numero di maggio 2023.

Il primo e l’ultimo dei suoi Soci onorari, non più tra di noi, portavano la fiamma sul berretto; tre dei sei Soci effettivi, che rispondono ai nomi di Rosario Aiosa (Presidente), Umberto Rocca e Marco Coira – ai tempi del loro eroico gesto rispettivamente Capitano, Tenente e Maresciallo Aiutante – appartengono all’Arma dei Carabinieri, proprio come gli altri 119 “colleghi” i quali, dal Carabiniere Reale Giovanni Battista Scapaccino, morto per non venir meno al giuramento di fedeltà prestato allo stesso Re che aveva istituito la Medaglia d’Oro al Valor Militare, al Carabiniere Scelto Vittorio Iacovacci, caduto in terra straniera mentre cercava di difendere l’Ambasciatore della cui sicurezza era responsabile, hanno messo il Dovere sopra ogni cosa, scrivendo pagine indelebili nella storia dell’Istituzione e non solo.

Basterebbero questi motivi, che pure non sono gli unici, per sentire come un anniversario profondamente legato all’Arma e alla sua storia quello che, lo scorso 12 aprile, ha visto il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia compiere il primo secolo di vita. Non una semplice ricorrenza formale, come ha sottolineato il suo Presidente, il Generale C.A. (c.a.) MOVM Rosario Aiosa, ma un’occasione per riflettere su quanto siano proprio anniversari e simboli a permetterci di «onorare la memoria, di aderire a un sentimento collettivo, di rendere salde le comunità che compongono la nostra società».

A esprimere quel sentimento collettivo sono stati, oltre ai Soci effettivi del Gruppo – insieme ai citati Capitano Aiosa, Tenente Rocca e Maresciallo Aiutante Coira, la partigiana combattente Paola Del Din, il Sottotenente di Fanteria Paracadutista Gianfranco Paglia e il Caporal Maggiore Scelto Alpino Paracadutista Andrea Adorno –, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che con altre autorità militari e civili, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, al Vice Comandante Generale dell’Arma, Generale C.A. Maurizio Detalmo Mezzavilla, fino ai Vertici delle altre Forze Armate e di Polizia, ha deposto una corona davanti al sacello del Milite Ignoto.

Un momento denso di emozioni, quell’omaggio reso dal Ministro e dalle cinque Medaglie d’Oro presenti a quel soldato senza nome che alla storia del Gruppo è profondamente legato, visto che furono proprio i decorati di MOVM che il 4 novembre 1921 lo scortarono all’Altare della Patria sino alla sua deposizione, a fondare, il 12 aprile 1923, il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, successivamente costituito in Ente morale (Regio Decreto 16 settembre 1927, n. 1858). E quel legame non si è mai allentato, come ha dimostrato, in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto da Aquileia a Roma, l’impegno profuso dal Gruppo (a cui appartengono oggi non solo i decorati di Medaglia d’Oro viventi e, a titolo di onore, i non viventi, ma anche le Città, le Province, le Regioni, le Università e le Unità delle Forze Armate decorate) prima nella realizzazione di un progetto che ha portato oltre 4.600 Comuni italiani a concedere al Milite Ignoto la Cittadinanza Onoraria, e quindi nel promuovere il viaggio celebrativo di un treno che non ha solo ripercorso il tracciato del convoglio che nel 1921 portò a Roma le spoglie dell’Eroe, ma lo ha esteso a ogni regione d’Italia.

Un’ulteriore testimonianza, quell’itinerario nella geografia e nella memoria, di quel valore dei simboli e degli anniversari di cui si faceva cenno all’inizio, e di cui si è parlato anche durante la cerimonia tenutasi, dopo la deposizione della Corona d’alloro all’Altare della Patria, nella sede romana del Gruppo, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro Crosetto, del Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti e del Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ne ha parlato il Generale Aiosa, annunciando come proprio in occasione del centenario sia partita dal Comune di Borgo Val di Taro (PR), l’iniziativa di promuovere, presso i 64 tra Comuni, Province, Regioni e Università decorati di MOVM, una mozione di formale adesione allo Statuto dell’Ente, e come il Consiglio direttivo del Gruppo abbia scelto di adottare, quale suo motto, l’unione delle due “dediche” incise sotto le due quadrighe del Vittoriano: Patriae unitati et Civium libertati.

E ne ha parlato soprattutto il Presidente Mattarella nel suo partecipe discorso, riassumendo il senso della ricorrenza. «Non occorre evocare i terribili anni dei conflitti mondiali, la guerra di Liberazione, l’esperienza delle missioni di pace, il contrasto alla criminalità e la lotta al terrorismo per sottolineare il valore di atti e comportamenti eroici», ha detto il Capo dello Stato. «La lotta quotidiana alla criminalità, l’impiego di militari nell’ambito delle iniziative internazionali di difesa della pace e del diritto sono realtà che caratterizzano il nostro presente e non verranno meno negli anni a venire. Sappiamo che la pace tra i popoli non è mai garantita per sempre, come dimostra l’attuale conflitto in Ucraina, ma deve essere costantemente difesa… una sensibilità di cui il Gruppo è promotore esemplare, e deve interpellare e vedere protagoniste tutte le istituzioni della Repubblica».

Parole alle quali hanno fatto eco quelle del Ministro Crosetto, che rivolgendosi alle Medaglie d’Oro presenti ha sottolineato come il loro esempio, «che il Gruppo ha coltivato come un fiore in questi cento anni, è un bene di cui la società per intero può beneficiare, non solo il mondo della Difesa». Una metafora non casuale, quella del Ministro Crosetto: proprio ad un fiore dall’evocativo nome, il Nontiscordardimé, è dedicato infatti un altro dei progetti promossi dal Gruppo MOVM per assolvere al compito assegnatogli dall’articolo II del suo Statuto (tutelare e diffondere la conoscenza della storia e del valore italiano): fare di quel piccolo fiore azzurro il simbolo di tutti i Caduti d’Italia, da appuntare all’occhiello ogni 4 novembre per mantenere vivo il ricordo del loro sacrificio. Ancora una volta, un simbolo di cui, in tempi più che mai bisognosi di memoria, non possiamo fare a meno.

Maria Mataluno

© Il Carabiniere, maggio 2023